Realizzato intorno alla prima metà dell'Ottocento, quando un vecchio magazzino viene adattato a teatro, subisce successivamente delle modifiche che gli conferiscono un aspetto molto simile a quello attuale, attraverso l’ampliamento della platea, l’aumento dei posti, la costruzione di tre ordini di palchi e di un loggione, e una nuova facciata con un’impronta neoclassica molto asciutta. I lavori portano alla successiva riapertura nel 1857, quando la Traviata di Verdi inaugura la nuova struttura.

Nel 1860 il Teatro Comunale cambia nome e viene intitolato a Giuseppe Garibaldi. Centro della vita culturale della città fino agli anni '40 del Novecento, ospita tantissime opere liriche, spettacoli di prosa, operette, riviste. Tanti nomi eccellenti si alternano in quegli anni sul palco, come Emma Gramatica, Annibale Ninchi, Achille Maerani, e Gastone Monadi. A partire dagli anni ’20 si trasforma in sala cinematografica, alternando le proiezioni dei film alle opere teatrali. Addirittura lo sport entra in teatro: nel 1936 vi si tengono i campionati di scherma. Ma nel secondo dopoguerra, quando subentra una gestione privata, la struttura si trova in condizioni precarie, il tetto è cadente, gli intonaci assenti, la decorazione deteriorata.

Il vecchio tempio della prosa e della lirica (fu per importanza il quarto dopo i teatri di Palermo, Messina e Catania), trasformato in un cinematografo di quart’ordine, inizia una lenta fase di degrado che porterà alla sua chiusura nel 1984. Dopo un restauro durato sei anni il teatro ha riaperto i battenti il 13 giugno 2000. I lavori di ristrutturazione riportano l’edifico nelle modalità in cui si trovava tra la seconda metà dell’800 ed il secondo dopoguerra. Le fasce delle balaustre dei palchi vengono rifatte da una traccia originale che era rimasta nella platea, la volta viene totalmente ridipinta, con i ritratti di Verdi, Bellini, Beethoven e Mozart, mentre l'ingresso viene arricchito di motivi decorativi di fine Ottocento.

Ma il vero fiore all’occhiello del nuovo teatro è soprattutto il bellissimo tondo posto sulla volta della sala, un’importante opera d’arte che segna stilisticamente la rinascita del Garibaldi. Realizzato da Piero Guccione in collaborazione con Franco Sarnari, Piero Roccasalva e Giuseppe Colombo, questo olio su tela del diametro di 440 cm raffigura la facciata della Chiesa di San Giorgio. Lungo la sua scalinata sono rappresentati vari personaggi: alcuni legati al mondo della lirica, come il Don Giovanni di Mozart, Macbeth e Norma, altri tratti da notissimi capolavori, come la Scuola di Atene di Raffaello, il Bacio di Hayez, la Decollazione del Battista del Caravaggio, il Tondo Doni di Michelangelo.