La festa di San Giorgio, che si svolge nel week-end successivo al 23 aprile, si caratterizza per la lunga processione del simulacro raffigurante il Santo Cavaliere che uccide il drago. Portato a spalla dai cosiddetti "Sangiorgiari", attraversa prima Modica Alta, poi Modica Bassa, salutato da raffiche di volantini e abbondanti fuochi d’artificio, in un clima di festa ed euforia. La sua andatura è una delle particolarità della festa. Viene infatti fatto procedere a passo veloce, con alcuni sprazzi in cui viene fatto correre, simulando il galoppo del cavallo. Il santo rientra solo in tarda serata, dopo i fuochi conclusivi, e la parte finale del percorso avviene direttamente all’interno dell’omonima chiesa, dove il simulacro viene trasportato di corsa trai vari spazi del luogo sacro. Viene fatto girare più volte tra le navate, quasi a salutare idealmente tutti i fedeli presenti in massa all'appuntamento.

Questa tradizione rievoca il periodo borbonico, quando furono vietate ogni genere di manifestazioni esterne, per cui la processione, non potendo svolgersi fuori, si svolgeva all’interno della chiesa. La festa di San Giorgio ha origini antichissime. Infatti il sentimento devozionale al santo risale al 1090, quando un sogno rivelatore del martire ispirò il conte Ruggero alla vittoria nella battaglia di Cerami contro i musulmani. Il suo culto si espanse sempre più, fino a diventare Patrono della Città e titolare della omonima matrice.

Ma nel XVII sec. i canonici della collegiata di San Pietro avanzarono delle pretese riguardo il patronato a causa dell’espansione della nuova parte bassa dopo il terremoto. Dopo lunghi periodi di discordie e conflitti, nel 1884 Leone XIII decretò, per mettere d’accordo tutti, che San Giorgio fosse il Patrono Principale e San Pietro Equo patrono. La festa di San Giorgio iniziò a celebrarsi dal XII sec., sempre caratterizzata da un fasto particolare e da una forte devozione.