Il Museo Civico di Modica, per molti anni all’interno del Palazzo dei Mercedari, dal giugno 2005 è stato trasferito nei locali del Palazzo della Cultura, già Monastero delle Benedettine e poi sede del Tribunale di Modica. Nato grazie all’iniziativa di Franco Libero Belgiorno, al quale è stato finalmente intitolato il museo, presenta al suo interno importanti resti paleontologici provenienti da diverse zone del modicano, in particolare quelli provenienti dalla Grotta Lazzaro.

Nella sezione dedicata alla preistoria, si trovano i reperti provenienti dal villaggio di età neolitica in contrada Pirrone. Si trovano anche materiali databili all’antica età del bronzo e provenienti dal villaggio di Baravitalla a Cava Ispica e da Cava Lazzaro. Ma il pezzo più importante dell’intera collezione si trova in una apposita sala del museo: il celebre bronzo raffigurante l’Eracle di Cafeo. Questa statuetta, alta circa 22 cm, venne ritrovata nel 1967, nel corso di lavori che il Comune di Modica stava, all’epoca, eseguendo, lungo il fiume Irminio, sotto 8 metri di materiale alluvionale. Venne quindi restaurata presso l’Istituto Centrale per il Restauro. Eracle è rappresentato nudo, in posizione eretta con la leontea sulla testa e l’arco nella mano sinistra. Il carico è indicato da una vistosa borsa rigonfia proprio sopra il ginocchio. La leontea, poggiata sul capo, ricade attorno alle orecchie, sulle spalle, sul braccio sinistro e lungo la gamba corrispondente. L’espressione del viso è severa.

L’Eracle di Cafeo si può considerare un ritrovamento eccezionale, un’opera nella quale è possibile cogliere una eco della tradizione artistica della scuola bronzistica facente capo a Siracusa. Ci si è interrogati sulla collocazione della statua, probabilmente trascinata lontano dal sito originario dalle acque del fiume. Ma forse è un ex-voto proveniente da un santuario legato al culto della sorgente del fiume. L’opera può essere datata al III secolo a.C.